Giacomo Carissimi Maestro dell’Europa Musicale Contenuto sezione

Voci e strumenti alla Scuola del Carissimi
Conservatorio “L. Refice”
Masterclass/Laboratorio 2018
FROSINONE 28 (ore 14-18) - 29 maggio (ore 9,30-11,30)

 

Giacomo Carissimi Maestro dell’Europa Musicale

 

Voci e strumenti d’oggi sul percorso teorico-pratico nel repertorio 
della Cantata, del Mottetto e dell’Oratorio del Seicento italiano

Conservatorio “L. Refice” di Frosinone
MASTERCLASS/Laboratorio
“Un nuovo approccio all’Antico / un antico approccio al Nuovo”
a cura di Flavio Colusso

Destinato a cantanti di tutti i registri e a strumentisti.  
Parte storico-teorica introduttiva; sviluppo della consapevolezza dell’approccio pratico-esecutivo ad una scelta di brani indicati dal docente e altri a libera proposta degli allievi partecipanti.

PROIEZIONE del film "Santini’s Netzwerk [La rete di Santini] di Georg Brintrup (WDR, 85’)

L’iniziativa è inserita nell’ambito degli eventi carissimiani realizzati in collaborazione con le maggiori istituzioni scientifiche e culturali internazionali collegate al trentennale del progetto Giacomo Carissimi Maestro dell’Europa Musicale e al più recente progetto europeo La via dell’Anima.

Introduzione 
L’Italia, definita nel 1648 da Heinrich Schütz la «vera università musicale», ebbe il suo più illustre maestro in Giacomo Carissimi: il suo insegnamento, che contribuì all’assestamento stilistico delle scuole musicali europee, lo consacrò capostipite della musica moderna. La nomina a Maestro del Collegio Germanico-Ungarico e dell’attigua Basillica di Sant’Apollinare di Roma significò per Carissimi entrare in contatto con l’universo culturale dell’Ordine dei Gesuiti. Il Collegio era una delle maggiori istituzioni didattiche e spirituali dell’epoca e vantava una splendida tradizione musicale che grazie anche alla presenza di Carissimi ebbe un ulteriore importante impulso. La forza del suo nome e del suo autorevole magistero attirò infatti numerosi allievi provenienti dall’Italia e dall’Europa per frequentare la scuola che formò quel "metalinguaggio europeo” capace di imporsi durevolmente nel tempo e influenzare gli sviluppi di tutta l’Europa musicale. Carissimi trascorse tutta la vita fra i suoi allievi – «maestro nel più profondo senso del termine» – «con obbligatione di osservare le Regole del Maestro di Cappella», ovvero di occuparsi dell’educazione dei cantori, compresi i putti soprani, della formazione musicale degli studenti del Collegio e dell’attività liturgico-musicale delle chiese di Sant’Apollinare, di San Saba e di Santo Stefano Rotondo al Celio. Degli allievi attivi presso la scuola carissimiana sappiamo che alcuni versavano una retta (di norma i chierici non pagavano, i convittori sì) e altri venivano più o meno regolarmente stipendiati per le prestazioni musicali svolte; alcuni putti cantori della Cappella Sistina frequentarono regolarmente il Collegio per perfezionarsi. Dopo questa esperienza di formazione molti svolsero la loro attività musicale per le principali corti dell’aristocrazia romana (al servizio delle famiglie Pamphilj, Barberini e Colonna e al seguito della regina Cristina di Svezia – della quale il Carissimi era Maestro di Cappella del Concerto di Camera – per fare qualche esempio) e all’estero, prendendo parte alle maggiori produzioni operistiche dell’epoca spesso con ruoli di rilievo. A conferma del prolifico clima di interscambio culturale che caratterizzò il Seicento romano non sorprende il fatto che una buona parte di questi cantori fosse in contatto con artisti della levatura di Francesco Buti e Salvator Rosa, autori di testi di cantate carissimiane. Molto probabilmente agli allievi di Carissimi si deve la trasmissione delle composizioni del Maestro – i cui autografi sono andati dispersi – attraverso numerose copie che attualmente si trovano nelle maggiori biblioteche d’Europa, facendone conoscere e apprezzare le sue musiche. Stando a quanto riportano le fonti, illustri musicisti (Charpentier, Corsi da Celano, Colonna, Scarlatti, Stradella e molti altri) anche inviati direttamente dai loro protettori e mecenati, studiarono privatamente con Carissimi assimilando il suo linguaggio e trasmettendolo nelle loro opere che trovarono fortuna in tutta Europa dando così un’ulteriore testimonianza dell’irradiazione dell’egemonia musicale di un Genio oltre i confini dello spazio e del tempo.